Bioplastica con olioextravergine di oliva
L’olio extravergine fa bene alla salute ma anche all’ambiente. Recenti scoperte mostrano come usarlo per produrre bioplastica
L’olivo nei secoli ci ha abituato alle sue virtù ma non smette di stupirci e di trovare spazio anche all’interno delle biotecnologie.
Dal legname, alle olive, alle foglie e ai noccioli usati sia come combustibile che nella cosmesi per la produzioni di sapone biologico, si scopre l’utilizzo dell’olivo nella produzione di bioplastica.
Cos’è una bioplastica
La bioplastica è una plastica prodotta con elementi naturali che risulta facilmente smaltibile nell’ambiente senza creare rischi per l’inquinamento e senza danneggiare il pianeta. La bioplasica è biodegradabile ed esistono ad oggi diversi livelli di biodegradabilità che rendono questo prodotto innovativo e innocuo.
Come si usa l’olio extravergine
E’ possibile produrre bioplastica dagli scarti di lavorazione dell’olio extravergine d’oliva e dagli oli vegetali in genere così come scoperto da alcuni studiosi americani. La ricerca è stata condotta da Michael Kessler, docente della Washington State University’s School of Mechanical and Materials Engineering. I ricercatori della WSU hanno lavorato con i ricercatori della Iowa State University e dell’Università de Il Cairo. Lo studio descrive una nuova tecnica per la produzione del poliuretano che utilizza olio di oliva, olio di lino e altri oli estratti dalle piante.
Gli oli vegetali hanno composizioni differenti e si prestano pertanto alla produzione di oggetti diversi. Dall’olio d’oliva si ricavano oggetti più flessibili mentre l’olio di semi di lino è adatto alla produzione di oggetti più rigidi. La bioplastica ottenuta è doppiamente innovativa ed ecologica perchè non si usano nè solventi nè catalizzatori nella fase produttiva.
…e il nocciolino
Il nocciolino d’olivo è un residuo di lavorazione dell’olivo che altro non è che il suo seme. Ampiamente utilizzato come combustibile per il suo nutrito valore calorifico ad oggi si scopre che può essere utilizzato anche per la produzione di bioplastica.
Dalla lavorazione di cinque tonnellate di noccioli si ottengo tre tonnellate e mezzo di bioplastiche che possono essere usate per produrre giocattoli e imballaggi. Questo tipo di bioplastica si decompone entro un anno e viene totalmente assorbita dal terreno facendo così da fertilizzante.
Tutto ciò è stato possibile grazie a dei giovani imprenditori turchi e dall’intuizione di una donna Duygu Yilmaz che fece degli studi per valutare se fosse dannoso ingerire i semi d’oliva.
Durante la sua ricerca, Yilmaz ha scoperto somiglianze nella composizione chimica tra i noccioli di oliva e la plastica. Questa scoperta l’ha portata a fondate una startup Biolive con altri due giovani turchi.
Biolive ha iniziato a trasformare i noccioli di oliva che vengono scartati durante il processo di produzione dell’olio in prodotti di plastica biodegradabili. Questi lasciano un’impronta di carbonio molto inferiore e offrono una valida alternativa alla plastica convenzionale.