La gravidanza e l’allattamento sono momenti emozionanti e complessi nella vita di una donna, che necessitano di attenzioni per affrontarli al meglio. L’olio evo anche in questo caso  si rivela un alleato formidabile.

Come consumarlo e perché.

A tavola. L’olio evo è l’unico consentito nei nove mesi della gravidanza. Va consumato nella giusta quantità ed è fondamentale che sia di qualità. I medici sconsigliano  alle donne in attesa di  ingrassare. L’aumento di peso eccessivo – cioè quello non fisiologico – non aiuta né il bambino né la madre a differenza di quanto si credeva un tempo. Questo spinge le future mamme a ridurre se non addirittura ad abolire l’olio evo perché grasso. Eliminare l’olio significa privarsi in un momento così delicato di una fonte  di antiossidanti e vitamina E, con elevate proprietà antiinfiammatorie naturali e protettive per l’apparato cardiocircolatorio come l’oleocantale.

La molecola dell’oleocantale ha una struttura diversa rispetto all’ipobrufene ma possiede le sue stesse caratteristiche funzionali ed è un potente antinfiammatorio. L’olio evo di qualità è un fitocomplesso, cioè un insieme di principi attivi che agendo tutti insieme danno grandi benefici e svolgono una funzione terapeutica. La stessa funzione non si avrebbe se si prendessero i principi attivi singolarmente.

Quanto olio assumere?

La dose di olio evo raccomandata è minimo due cucchiai da tavola al giorno, che corrispondono a circa 20 gr.

L’azione antinfiammatoria riduce l’insorgenza di patologie sia per la mamma che per il bambino,come il brancospasmo nel lattante.

Durante l’allattamento

Inoltre il consumo di olio evo in fase di allattamento garantisce al lattante una naturale azione antinfiammatoria conosciuta anche anticamente. Quando non esisteva il latte per i neonati che si trova oggi in farmacia addizionato con vitamine e altre sostanze , si somministrava ai lattanti una miscela di latte vaccino e acqua a cui si aggiungeva un po’ di olio evo.